Sergio Marcelli è stato personaggio atipico nel panorama dei pittori romani.

Il fatto di non aver mai partecipato a mostre, estemporanee, concorsi, pubblicazioni con relative recensioni, lo relega apparentemente fra i pittori sconosciuti.

Eppure Sergio, completamente autodidatta, ha dipinto su commissione una serie di ritratti dei pontefici PIO XII e Giovanni XXIII, e una Natività destinata per il Canada. Ha poi eseguito ritratti di importanti scienziati del passato e pale d’altare: chiesa di Sant’Isidoro (prov. Foggia) e una “Madonna con bambino” per l’Opus Dei. Vari sono inoltre i ritratti per clienti privati.

Il notevole livello tecnico raggiunto lo vede poi impegnato per circa sei anni nel cartellonismo cinematografico, grazie ad una eccellente abilità nel cogliere le somiglianze dei protagonisti. Ha anche collaborato presso lo studio di Giovanbattista Conti e il fratello di questi.    

Successivamente anche in virtù della sua fede profonda, accetta l’incarico per la realizzazione delle quattordici stazioni della Via Crucis, per la Parrocchia dei Sacri Cuori di Gesù e Maria in Roma.

Un impegno di notevole portata che iniziò nel 1958 per terminare alcuni anni dopo con successo presso credenti e non. 

Nel corso di quegli anni e per tutti quelli successivi, si dedica altresì alla realizzazione di paesaggi, nature morte, e alla  rappresentazione di originali personaggi di varie etnie, ceto sociale ed età.

In questi casi, a differenza delle opere su menzionate,  la sua pittura si fa densa, materica. Spesso  ricorre all’uso della spatola, delle dita, del tubetto per dar vita a luoghi, atmosfere, volti, corpi…

Vi è infatti quasi una dicotomia di fondo nell’affrontare i diversi generi pittorici.

Nella ritrattistica e nell’arte sacra su commissione, il pennello leviga le superfici. Si estrinseca, senza mai perdere di vista il valore pittorico di ciò che va a rappresentare,  attraverso un realismo quasi fotografico degli elementi compositivi.

L’abito, il panneggio, il cromatismo dei volti, tutto contribuisce a dar forza a ciò che più preme a Sergio, e cioè l’espressione del volto che deve essere capace di trasmettere emozioni.

Per lui il ritratto è una sorta di viaggio alla ricerca dell’anima del soggetto rappresentato. In tutto il resto della sua produzione pittorica, le sue composizioni mirano soprattutto ad ottenere, attraverso le rarefazione dei tocchi di spatola, quanto più possibile un messaggio pervaso di poesia e lirismo.

Certo, la sua non è una pittura di ricerca in senso stretto.

I suoi stilemi figurativi attingono soprattutto dall’impressionismo, ma anche dall’osservazione attenta e affascinata delle opere di Van Gogh, di Morandi ecc.

Non disdegna l’esperienza dell’astrattismo, dalla pittura informale, ma non riesce a mai a farla propria.

 Altre componenti dell’aspetto culturale della sua personalità sono certamente l’interesse per la psicoanalisi (in particolare G. Jung), la musica classica e il jazz, la letteratura americana e russa. Ma anche di autori  in lingua Yiddish.

Non va sottovalutato il fatto che nel corso della sua lunga esistenza, si presta a diverse attività.

Dal giornalismo alla regia di fotoromanzi, dalla grafica alla fotografia, al design. In quest'ultima attività da menzionare l'allestimento delle vetrine della sede romana (attualmente soppressa) della linea aerea Air Madagascar di via del Tritone.  E' soprattutto nel lungo periodo che lo vede impegnato presso l’ICE (Istituto per il Commercio con L’Estero), che farà tesoro delle sue molteplici esperienze.

Sposato ad una donna di grande forza e umanità, diplomata per altro in pianoforte, diventa padre di dieci figli. Alcuni dei quali, suggestionati fin dall’infanzia dalle valenze proprie del fare creativo, si dedicheranno alla musica, alla pittura, alla scultura, alla fotografia e alla grafica.

Come del resto alcuni dei suoi numerosi nipoti.

Si potrebbe concludere con un riferimento alla atipicità  menzionata nell’introduzione a queste note: che della stragrande maggioranza delle opere realizzate non esiste documentazione fotografica.

Le foto dei dipinti nella galleria di questo sito, sono il risultato, in parte di un attento lavoro di restauro e e in parte di ripresa fotografica, curata dal figlio David Marcelli, di alcuni dei lavori rimasti di proprietà dell’autore.

Manca una documentazione completa ed esaustiva delle opere giovanili e di molti dei ritratti realizzati.

D.M.